martedì 31 maggio 2011

V'E' UN GRANDE AIUTO NEL SILENZIO







V'è un grande aiuto nel silenzio. Il suo tocco ci rinnova la vita... Nel silenzio sentiamo la voce della verità. I templi e i mercati umani echeggiano tutto il giorno e la notte del clamore delle menzogne, delle imposture e delle ciarlatanerie. Ma nel silenzio la falsità non può vivere; nel silenzio non si può far galleggiare la menzogna. La menzogna va sostenuta in aria a forza di fiato: lasciatela cadere nel silenzio ed affonderà...Il silenzio è la sola cosa vera della quale ci possiamo impadronire in questo mondo di sogni fugaci. Il tempo è un'ombra che svanirà con il crepuscolo dell'umanità; ma il silenzio è una parte dell'eternità. Tutto quanto è vero e durevole fu insegnato al cuore dell'uomo dal silenzio. Su tutte le nazioni si dovrebbero levare vasti templi dove la gente potesse adorare il silenzio ed ascoltarlo.

(J.K.Jerome "Diario di un pellegrinaggio")

PRIMA CHE TU ARRIVASSI


IL VERO CORAGGIO




Il vero coraggio è la gentilezza frutto della tenerezza,
è la capacità di sentir pulsare il cuore dell'altro, percepirne la sua essenza, è uno sfiorare con piccoli gesti d'attenzione e d'amore
senza lasciarlo annegare nel dolore.

©Siria Sereni.

IL CONFRONTO



Cercare di vedere le cose in profondità e vederle attraverso la propria interpretazione personale sono due modalità
completamente diverse. 
 Le Interpretazioni personali, i sentimenti, i pensieri distorti,  trasferire noi stessi sugli altri non conducono alla verità, poiché essa è manovrata dalla nostra soggettività, che spesso è a servizio di un nostro tornaconto personale.

Le  verità oggettive esistono e che per esser tali devono risultare indipendenti dalle nostre convinzioni e dai nostri gusti personali, dalle nostre antipatie e dalle nostre trasfigurazioni di ciò che vorremmo fosse reale.

Si raggiunge la verità quando sappiamo cercarla nell'altro con obiettività e onestà, quando non ci accontentiamo della nostra versione o di chi ci suggerisce una visione, ma quando ascoltiamo tutti gli altri resoconti seppur contrastanti, quando sappiamo indagare con il dialogo e con il confronto.
Ogni altro modo di asserire la verità che non attraversi il confronto è solo indice di presunzione.

©Siria Sereni.

lunedì 30 maggio 2011

HO CONOSCIUTO IL SILENZIO..







Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare

e il silenzio della città quando si placa

e il silenzio di un uomo e di una vergine

e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio

il silenzio dei boschi

prima che sorga il vento di primavera

e il silenzio dei malati quando girano gli occhi per la stanza

e chiedo: Per le cose profonde a che serve il linguaggio?



Un animale dei campi geme uno o due volte

quando la morte coglie i suoi piccoli

noi siamo senza voce di fronte alla realtà

noi non sappiamo parlare.

Un ragazzo curioso domanda a un vecchio soldato

seduto davanti alla drogheria:

Dove hai perduto la gamba?

E il vecchio soldato è colpito di silenzio e poi gli dice:

Me l’ha mangiata un orso

e il ragazzo stupisce

mentre il vecchio soldato muto rivive come un sogno

le vampe dei fucili

il tuono del cannone

le grida dei colpiti a morte

e sé stesso disteso al suolo

i chirurghi dell’ospedale

i ferri

i lunghi giorni di letto

ma se sapesse descrivere ogni cosa

sarebbe un artista

ma se fosse un artista

vi sarebbero più profonde ferite che non saprebbe descrivere.



C’è il silenzio di un grande odio

e il silenzio di un grande amore

e il silenzio di una profonda pace dell’anima

c’è il silenzio degli dei che si capiscono senza linguaggio

c’è il silenzio della sconfitta

e il silenzio di coloro che sono ingiustamente puniti

e il silenzio del morente la cui mano stringe subitamente la vostra

c’è il silenzio che interviene tra il marito e la moglie

c’è il silenzio dei falliti

il vasto silenzio che copre le nazioni disfatte e i condottieri vinti

c’è il silenzio di Lincoln che pensa alla povertà della sua giovinezza

e il silenzio di Napoleone dopo Waterloo

e il silenzio di Giovanna D’Arco

che dice fra le fiamme Gesù benedetto

e c’è il silenzio dei morti.



Se noi che siamo vivi non sappiamo parlare di profonde esperienze

perché vi stupite che i morti non vi parlino della morte?

Il loro silenzio avrà spiegazioni quando li avremo raggiunti.


Edgar Lee Master

sabato 28 maggio 2011

DAMMI IL SUPREMO CORAGGIO DELL'AMORE







Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore,
e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo.

Rabindranath Tagore

giovedì 26 maggio 2011

IL SILENZIO





Silenzio è quel vuoto apparente che dà senso alle note. Se uno fa una bella nota ha bisogno di un momento di silenzio, perché questa nota diventi ancora più bella. Se una fa una bella nota, ma poi non rispecchia il silenzio, quella nota rischia di perdersi nel niente. Per cui il suono è per me l’essenza della musica se non c’è suono e non c’è silenzio non c’è musica. Il silenzio è musica, è una musica straordinaria.

Paolo Fresu
 



SCRIVERE D'AMORE SENZA NOMINARLO



Fai come il lanciatore di coltelli, che tira intorno al corpo.
Scrivi di amore senza nominarlo, la precisione sta
nell’evitare.


Distràiti dal vocabolo solenne, già abbuffato,
punta al bordo, costeggia,
il lanciatore di coltelli tocca da lontano,
l’errore è di raggiungere il bersaglio, la grazia è di
mancarlo. 


Erri De LucaL’ospite incallito 

QUANDO LEGGO





... quando leggo in realtà non leggo, io infilo una bella frase nel beccuccio e la succhio come una caramella, come se sorseggiassi a lungo un bicchierino di liquore, finché quel pensiero in me si scioglie come alcool, si infiltra dentro di me così a lungo che mi sta non soltanto nel cuore e nel cervello, ma mi cola per le vene fino alle radicine dei capillari.

Bohumil Hrabal, Una solitudine troppo rumorosa.

QUANDO SI PROVA IL DOLORE







E' cattiva la gente che non ha provato il dolore.
Perché quando si prova il dolore non si può più voler male a nessuno.

Carlo Cassola - La ragazza di Bube

NON POSSO DARTI SOLUZIONI



Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita.
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
pero’ posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Pero’ quando serve staro’ vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perche’ ti sostenga e non cadi.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
pero’ gioisco sinceramente quando ti vedo felice.

Jorges Louis Borges

giovedì 19 maggio 2011

OLTRE




L'avere colpisce immediatamente e ha la forza di imprigionare chi si lascia adescare dalle sue attrattive; l'essere "abita" più in là,  più nel profondo: chi ha occhi buoni lo intravvede, lo cerca appassionatamente, s'innamora e si lascia conquistare. Guardando un pò più in là,  panorami incantevoli... Non vale la spesa trattenere lo sguardo sull'immediato e sul qui. Oltre c'è la sintesi di tutto il Bene, di tutto il Dono, di tutto l'Infinito per chi ama l'amore.

©Lorella Butturini

LA VERITA'





La verità non consiste nelle belle parole; 
le belle parole non sono verità.
Il buono non pretende di avere ragione;
chi pretende di avere ragione non è buono.
Il saggio non è erudito;
l'erudito non è saggio.
Il saggio non accumula nulla.
Più usa ciò che ha per gli altri, più ha.
Più dà ciò che ha agli altri, più è ricco.
La via del cielo consiste nel nutrire
e nel non arrecare danno.
La via del saggio consiste nell'essere generoso
e nel non Competere.


Lao Tzu

UN'ANIMA SENSIBILE



Un'anima sensibile, non vive solo la propria vita ma assorbe da tutto ciò che la circonda, prova dolore a veder recidere una rosa, un attimo di mera felicità vedendo due innamorati che si baciano. Un'anima sensibile è più di una farfalla... ti dà gioia quando ne hai bisogno, ti vola attorno... anche se solo per un giorno. 

©Alessandro Bianchi  

LA PRESUNZIONE


Allora, che cos’è la presunzione?

Un aspetto del carattere che connota un’eccessiva sicurezza delle proprie convinzioni senza verificarne la veridicità? 
I fattori, a mio avviso,  possono essere diversi, ma riconducibili tutti  ad apprendimenti scorretti. Una persona può mostrarsi  presuntuosa, riguardo, ad esempio, alla convinzione di  essere eccessivamente bravi,  perché è superficiale e non è in grado di osservare la realtà in una maniera corretta.
Esiste una presunzione positiva ed una negativa.
Nel primo caso, ad esempio, un essere umano si sente preparato in un settore,  dimostrandolo con i fatti, anche se viene criticato dagli altri, mostrando sicurezza in ciò che fà, ma senza denigrare gli altri;  Invece, la seconda "opzione" è più diffusa, perché nella Società di oggi ci sono tante persone che, nel porgersi al mondo esterno,  hanno un comportamento arrogante, lesivo, spocchioso;  sono convinti di sapere tutto e cercano di porsi sempre al centro dell’attenzione.

Forse tutto questo accade perché l’essere umano si sente insicuro, ha paura di affrontare la realtà, di mettersi in discussione e ascoltare gli altri. Una persona presuntuosa è una persona con cui è difficile trattare perché, anche nei casi in cui dimostra di aver ragione,  difficilmente riesce a raggiungere  quella flessibilità e quella capacità di adattamento e di accomodamento necessaria nei rapporti interpersonali in cui, comunque, non si può imporre la propria idea anche quando  si è nel giusto: al massimo, ci si può solo... proporre.

©Lorella Butturini

LA NONNA CONTESSA E LA NONNA CONTADINA


Avevo una nonna Contessa, di nobile casata Veneziana, figlia di un procuratore. Io e mia madre conserviamo delle foto in bianco e nero in cui la ritraevano in tutta la sua classe. Vestiva abiti eleganti fatti su misura e lunghi guanti in seta che fasciavano le sue esili braccia. L’immagine la ritrae  in un lussuoso palazzo tipico da dove s'intravede un lampadario di cristallo che enorme ed imponente scende dal soffitto. In un’altra è ritratta durante le vacanze al mare, con un casto costume ed il lunghi capelli neri, raccolti solo in parte. Sembra un’attrice d’epoca, di quelle che fanno sognare per grazia ed eleganza. Quando la ammiriamo immortalata nelle foto che gelosamente custodiamo, mia madre sorridendo, mi paragona a lei, dice che le assomiglio fisicamente.La nonna ha tramandato un’importante eredità, fatta di educazione e rispetto, delicatezza e umiltà. Sento sempre riecheggiare le parole di mia madre: “E’ importante tu sappia sedere a tavola con un signore ma è ancora più importante tu sappia seder a tavola con un povero facendolo sentire a suo agio.” Il senso che non conosce involucro societario, aspetto esteriore o sostanza materiale. Ricordo che mi è stato insegnato quanto poco rispetto ci sia nello spreco e quanto egoistico sia piangersi addosso senza chiedersi come si senta chi ci sta accanto e che quando ci si lamenta, lo si dovrebbe fare sussurrando, poiché non conosciamo mai a fondo la sofferenza altrui che potrebbe essere molto più profonda della nostra.

Avevo una nonna contadina che in terza elementare dovette abbandonare la scuola nonostante la passione per lo studio. Viveva di stenti in un’umile casetta nelle campagne Venete. Abitava con la madre e con il padre che, come spesso accadeva all’epoca, maltrattava le donne di casa, preferendo bivaccare con gli amici mentre la propria moglie si spezzava la schiena nei campi. Quando nacqui io, lei aveva solo quarantuno anni, ma nella mia infanzia ricordo carezze di mani rugose, segnate dai troppi panni lavati nell’acqua fredda del fiume. Ricordo i suoi racconti del dopoguerra e, quando facevo i capricci, mi diceva che quando era piccola lei, non poteva permettersi di uscire la domenica perché possedeva un solo abito ed era costretta a lavarlo per poterlo poi indossare il lunedì a lavoro.Mi ha insegnato il perdono, la semplicità nel donare amore senza attendere nulla in cambio, proprio come ha sempre fatto lei con tutti noi. Mi ha avvolto con le sue accoglienti braccia e ha saputo guardare oltre i nostri errori, in silenzio. Mi ha insegnato quanto buono è un panino con la marmellata e che non importava che marca avessero i miei vestiti, ero sempre una principessa…La morale di questa storia?Cultura ed intelligenza non sono due facce della stessa medaglia. La cultura è una bella valigia, di gran marca, che decidiamo di riempire di capi più o meno pregiati e più la riempiamo, più faremo bella figura nelle svariate occasioni della vita. L’intelligenza è una dote, che appartiene al ricco come al povero, al letterato o all’ignorante, al bello o al brutto. L’intelligente saprà essere sensibile, guardare lontano, non farà mai pesare la propria condizione a chi può meno ed ammirare chi ha di più.

Non serve un lessico forbito per far parlare il cuore.


©Anna M. Biason

(Alle mie nonne che con tanta intelligenza mi hanno lasciato tutto questo nel cuore.)

L'ANIMA FERITA


Quando all’animo sensibile è inferta una ferita profonda, che però non uccide il corpo, l’animo si riprende quando il corpo guarisce. Ma solo apparentemente. In realtà, è solo il meccanismo delle abitudini che torna in funzione. Lentamente, molto lentamente, la ferita dell’anima inizia a farsi sentire, come un livido che solo a poco a poco fa affiorare un dolore intenso, fino a riempire l’intera psiche. E quando si pensa di essere guariti e di aver dimenticato, è allora che ci si imbatte nelle conseguenze più terribili.
David Herbert Lawrence, L’amante di Lady Chatterley

LA DISPOSIZIONE INTERIORE


Non si può impedire che avvengano degli eventi dolorosi, ma possiamo impedire che ci trasformino in qualcosa di negativo:
La sorte può farci ammalare, può privarci di affetti ed averi, può calunniarci, ma non potrà mai far sì che si diventi, malvagi, vili, abietti, volgari ed invidiosi, non può privarci della disposizione interiore che sarà presente per tutta la vita, e che ci permetterà di non rinunciare alla nostra scelta morale e alla decisione di essere sempre coerenti con noi stessi.

©Siria Sereni.

RACCONTO SULLA RABBIA



Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?” Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”

Anonimo

L'ESSERE AMATI





Tu sarai amato il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l'altro se ne serva per affermare la sua forza.


Cesare Pavese

IL POTERE DELLE PAROLE


Una parola incauta può far divampare un conflitto.
Una parola crudele può devastare una vita.
Una parola amara può instillare odio.
Una parola brutale può ferire e uccidere.
Una parola cortese può aprire molte porte.
Una parola gioiosa può illuminare una giornata.
Una parola tempestiva può ridurre l'ansia.
Una parola dolce può curare il corpo e l'anima.

Anonimo.

(dal libro "Le parole che valgono" di Hal Urban)

martedì 17 maggio 2011

NEL MIO CUORE



Alessandro Bianchi



STORIA DI UN AMORE



Due ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare.
Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi.. ma non fu sufficiente, i Ciliegi non si toccarono.
Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.

Anonimo

mercoledì 11 maggio 2011

L'ARSURA









Il cuore, come la terra, può subire momenti di aridità. Qualche goccia d'acqua toglie alla terra quella fastidiosa arsura, come al cuore, un sorriso o una carezza. Un soffio di bontà fuga le nubi di tristezza che talvolta si assiepano nello spirito.

©Lorella Butturini

martedì 10 maggio 2011

Il Ticchettio del Silenzio, poesia.

CIO' CHE SIAMO


                         
Le persone vere, leali e sincere, non hanno mai bisogno di indossare maschere poiché sono forti della loro "vera" identità,  sono anche quelle che affrontano a viso aperto ogni confronto, ogni controversia, ogni obiezione poiché attingono vigore dai loro pensieri e dai loro valori.
Non hanno paura delle parole perché sono queste che definiscono la loro essenza.

©Siria Sereni








DISORDINE NOTTURNO


Ero già completa, 
ma non lo sapevo. 
Ho consumato tempo 
nell’inquietudine, 
quaderni e quaderni 
di disordine notturno 
mentre tutto il mondo ruotava 
così metodico e perfetto, 
da mettermi a disagio. 
Ero già completa, 
ora lo so 
e continuo a scrivere 
quaderni e quaderni 
di disordine notturno.


©Anna  Biason