giovedì 23 febbraio 2012

KIT DI SOPRAVVIVENZA






Ci sono tante cose che possiamo dire ad amici, colleghi, familiari, persino agli estranei, per farli sentire bene.
Uno dei modi migliori è farli ridere...

Il senso dell'umorismo è un ingrediente fondamentale del ki(l)t di sopravvivenza di noi esseri umani.

Siria Sereni

LA DISTANZA BREVE

Immagine reperita dal web




La risata è la distanza più breve tra due persone.

Victor Borge




martedì 21 febbraio 2012

SPEZZATO





L’unica ossessione che vogliono tutti: l‘“amore”. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.
Philip Roth, L’animale morente

domenica 19 febbraio 2012

LE MANI GIUSTE





E’ un errore in buona fede cercare di dare agli altri quello che vorresti per te, perché non tutti sono uguali a te e non tutti hanno bisogno delle stesse cose nella stessa misura.
Per questo è inutile forzare la mano. La pazienza, la generosità e il senso di sopportazione non devono diventare difetti tesi ad annientare l’amore per noi stessi. Se ciò accade, la regola è un sano e giustificato distacco. Un conto è dare senza aspettarsi nulla in cambio e un conto è dare per subire la costante impotenza dell’irriconoscenza. Spesso sembra irriconoscente semplicemente chi non ci può amare e continuare a dare può mettere a disagio, anche se non si desidera che la felicità dell’altro. Perché la felicità per essere pura deve essere servita dalle mani giuste. Se assaggi il vero fascino hai sempre fame.

(Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto)

LA MIA META' DEL CIELO



Una metà del cielo dirà che la tua mela è buona, l'altra metà no.
Cos'è importante alla fine? Che piaccia o meno a te.


Se ti piace trova qualcuno a cui piaccia altrettanto. E' nel dividere la mela che sta il sapore.


Massimo Bisotti

I PENSIERI





I pensieri accarezzano o disturbano, il problema è che è di quelli che disturbano che ti innamori...


Massimo Bisotti

sabato 18 febbraio 2012

PROFUMO DI DONNA





Ogni donna è un profumo, un intero alfabeto composto da essenze che si tramutano in balsamo per le narici del proprio uomo.

Una scia, un linguaggio muto, sempre diverso ma soprattutto unico per ognuna di noi. La costante è che ogni profumo cerca per se una pelle che lo voglia indossare, un olfatto che ne capisca il linguaggio, una mente in cui accendere il ricordo di una sensazione ad ogni spruzzo.

Quante ampolle, boccette, flaconcini e bottigliette di prezioso rivestiste, trasferite da un posto all’altro con fredda indifferenza, perché uomini dalle sorde narici non sanno più cogliere il loro effluvio.

Continueranno a nascere donne profumate, speranzose di incontrare uomini che sapranno leggere come un libro il loro odore.



Anna Biason

venerdì 17 febbraio 2012

STELLE





Posso risparmiare sulla luce, ma mai sull'amore, perché non so spegnere tutte le stelle che ho dentro.


Massimo Bisotti

SENSIBILITA' LONTANE





L'amore è un potere misterioso e alchemico che mette in sintonia due sensibilità lontane ancor prima che lo sappiano. La forza è irrefrenabile, oscura ma purissima. Noi possiamo sviscerare tutti i pregi e tutti i difetti delle persone che incontriamo, possiamo iniziare a pensare :"Con questa persona ci potrei stare bene" ma in realtà quel potere misterioso non si crea. Perché il potere è primordiale e per quanta opposizione due persone possano provare a mettere fra loro non esistono muri da innalzare per due anime che non sapranno resistersi. Può caderci anche l'anima se iniziamo a scavarne la radice invisibile appesantendola di ciò che non nasce con bellezza naturale. Perché essere leggeri non vuol dire essere superficiali. Se l'anima vuole andare oltremare i suoi squarci diventano gabbiani a ripararci le ali. E' magnetismo, è carisma, è percezione. Non si tratta di un destino già scritto, il destino arriva dopo non prima, arriva con la consapevolezza della costruzione, non con le mani del cielo ma con le nostre mani che scavano nel fango. Ma all'origine c'è una molecola, un insieme di due atomi che è come una panacea naturale: solo quell'incontro è in grado di mettere fine a una solitudine scelta e divenire cura. Si vive per amore universale ma non ci si innamora o ci si innamora dell'amore tante volte, in quel caso non amando poi davvero nessuno. Credo che l'unica possibilità che ci permetta di rinunciare alla nostra forte indipendenza sviluppata nel tempo sia essere uno dei due atomi di quella molecola. Tutto il resto non è amore ma compagnia alla solitudine per chi ha paura, e chi ha paura della solitudine non sa amare.


Massimo Bisotti

IL MORSO MIGLIORE





Ci si rimescola il sangue, ci si entra dentro come si entra nel mare. In quello buono, fluido d'amore, come le onde e in quello impuro, infetto, denso di coaguli emotivi. Ed è per questo che ho tracce di te nelle tasche del cuore. Se io fossi un vampiro tu saresti l'incarnazione del mio morso migliore. E quando il mio sangue sarà completamente confluito nel tuo, due affluenti corrispondenti nel punto estremo dell'estenuante lotta fra il rincorrersi e il ritrovarsi, solo allora i nostri due cuori riprenderanno a pulsare con il loro battito naturale. E ti sorprenderai nel trovare in me quel che cercavi in te.


Massimo Bisotti

IL REGNO DEL NULLA




Se mi stai cercando
mi troverai oltre il regno del nulla.
Dietro il regno del nulla c’è un luogo
dove nelle vene dell’aria scorrono i soffici semi piumosi
che annunciano al più lontano cespuglio il momento della fioritura.
Sulla sabbia puoi vedere le lievi impronte del cavaliere
che è salito di primo mattino sulla collina del sacrificio rossa di anemoni.
Dietro il nulla l’ombrello dei desideri si apre
e da lì esce il canto della pioggia
quando il vento della sete arriva dalle foglie fino alle radici.
Qui si è soli
e in questa solitudine l’ombra di un olmo si prolunga nell’eternità.
“Se mi vieni a trovare
Vieni lentamente e con gentilezza per non spezzare la fragile porcellana
Della mia solitudine.” *
Sohrab Sepehri


(*) sulla sua tomba a Meshed, Kashan

BIGLIE DI VETRO





Quando la gente ti dirà che hai sbagliato, e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene. Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita, non sono quelli gli errori, quella è vita e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca. Io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro, le sue piccole tristi biglie infrangibili, e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo, sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino, ci si vede dentro tanta di quella roba è una cosa che ti mette l'allegria addosso non smetterla mai e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo meravigliosa vita.
Alessandro Baricco

giovedì 16 febbraio 2012

INCONTRI





Che fortuna riuscire a incontrare persone con cui sei in sintonia senza dover spiegare niente. La frequenza perfetta. Sorprendersi è il terzo verbo più importante dopo essere e amare.


Massimo Bisotti

TRISTEZZA





Nella mia tristezza ho un tale bisogno di sfogarmi che mi strapperei il cuore per gettartelo in faccia.
Jean Genet

FONDO ABISSALE




L’amore è tra me e quel fondo abissale che c’è dentro di me, a cui io posso accedere grazie a te. L’amore è molto solipsistico; e tu, con cui faccio l’amore, sei quel Virgilio che mi consente di andare nel mio Inferno, da cui poi emergo grazie alla tua presenza (perché non è mica detto che chi va all’Inferno poi riesca a uscire di nuovo). Grazie alla tua presenza io emergo: per questo non si fa l’amore con chiunque, ma con colui/lei di cui ci si fida; e di che cos’è che ci si fida? Della possibilità che dopo l’affondo nel mio abisso mi riporti fuori.

Umberto Galimberti 

RICORDI





I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia.
MARIO RIGONI STERN

QUESTA LETTERA





Questa lettera, amica mia, sarà lunghissima. Non mi piace troppo scrivere. Ho letto sovente che le parole tradiscono il pensiero, ma mi sembra che le parole scritte lo tradiscano ancor di piú. Tu sai ciò che resta di un testo dopo due successive traduzioni. E poi, io non sono abile. Scrivere è una scelta perpetua tra mille espressioni, nessuna delle quali, avulsa dalle altre, mi soddisfa completamente. Eppure dovrei sapere che soltanto la musica permette il concatenarsi degli accordi. Una lettera, anche la più lunga, costringe a semplificare ciò che non avrebbe dovuto essere semplificato: si è sempre cosí poco chiari quando si tenta di essere esaurienti!
Marguerite Yourcenar - Alexis

SCRIVIMI UNA LETTERA





Scrivimi una lettera fra tanto tempo. Scrivimela a mano, con la tua calligrafia. Prova a mandarmi tanti pezzi di cuore. 
Scrivimi come stai, dall'inizio alla fine, sei origine e polvere magica. Oppure non scrivere niente, mandami la busta vuota con dentro la tua anima ed io senza scriverti niente, ovunque sarò ti risponderò e tu saprai sempre riconoscerti nelle mie parole, solo tue.
C'è un bacio sul tavolo, me l'hai lasciato qui.
E ricordati non sempre ma spesso una cosa.
La tua vita può vedere tutti i miei desideri perché i miei desideri hanno l'altezza dei tuoi occhi.



Massimo Bisotti

RESPIRI





E noi facciamo l'amore con i pensieri in lontananza, violentando le distanze per leccarci i respiri.


Massimo Bisotti

LETTERE D'AMORE





Non scriviamo più lettere.
Dovremmo sempre continuare a scrivere lettere, anche a mano. 
C'è una diversa intimità nel leggere qualcosa scritta dalla nostra calligrafia. Una parte del nostro dna che si allontana per fondersi con quello di un'altra persona.
Credo che le lettere d'amore non abbiano una dimensione specifica, che si possano ritrovare in un cassetto dopo anni e riaccendere ricordi, profumi, momenti anche se ormai si è così tanto lontani, persi in vite differenti.
Ciò che scrivi ad un altro rimane come tutto quello che ci tocca profondamente. D'altronde ciò che ci spinge a scrivere per un altro cuore ha per forza toccato il nostro, con i petali, con le spine, con le ferite e le lacrime, i brividi, i lividi e le cure dei sospiri.
Ha scalzato per un po' le nostre misere solitudini emotive, deriso la nostra sicura libertà e ci ha lasciato anche senza parole, al cospetto dell'anima dell'altro. Ce l'ha messa in ginocchio.
Il vero amore ci mette l'anima in ginocchio senza umiliarla, solo facendola arrendere.
E' solo con l'amore che si va incontro al tempo senza tornare a mani vuote.
Credo a un cerchio che si chiude.
A un giorno perfetto, quello di un incontro.
Credo ancora alla geometria delle anime, l'unica che spero di capire, l'unica formula magica per salvarsi, l'unica moltiplicazione errata.
Un per uno: due. Ed è amore.
Non scriviamo più lettere.
E invece mi piacerebbe leggerti, ascoltarti.
Dimmi di te, chi sei, dimmi che fai, spiegami i tuoi movimenti fra le tue cose, nella tua casa, spiegami quel che posso solo immaginare.
E parlami di quelle strane imperfezioni che ci rendono unici, alleate di pensieri immensi, nati in sordina per farsi riconoscere.
Mi piacerebbe incontrarti non soltanto conoscerti.
Incontrarti nei bisogni, incontrarti nei pensieri, incontrarti in parole vissute e non solo pronunciate.
Ti ho inseguita da lontano solo per guardarti da vicino.
Non so tener ferma l'anima e per questo cammino.
Quando mi affido all'incoscienza dei sogni mi sento più responsabile.
Riesco ancora a visualizzare certe magie, troppo leggere per esser viste da chi vuol toccare con mani pesanti quello a cui non crede.
Chiudimi accanto e donami la capacità di arrivare sano e salvo ad un nuovo inizio.
Voglio scriverti una lettera ogni giorno.
Voglio scriverti lettere d'amore, e poi viverle.



Massimo Bisotti

UN DONO




Non hai idea
di quanto sia stato difficile
trovare un dono
da portarTi.
Nulla sembrava la cosa giusta.
Che senso ha portare oro
ad una miniera d’oro,
oppure acqua all’Oceano.
Ogni cosa che trovavo,
era come portare spezie
in Oriente.
Non Ti posso donare
il mio cuore
e la mia anima,
perché sono già Tue.
Così, Ti ho portato
uno specchio.
GuardaTi
e ricordami.


Jalāl al-Dīn Rūmī

CIO' CHE NON ESISTE




Lei si spoglia nel paradiso
della sua memoria.
Lei non conosce il destino feroce
delle sue visioni.
Lei ha paura di non sapere nominare
ciò che non esiste.

Alejandra Pizarnik

IN UNA SERA D'INVERNO





Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava.Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. “Ti ricordi?” ci diremo l’un l’altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento. Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati. Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né battesti mai alla porta del castello deserto, né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d’Oriente, cullata da piroga sacra. Dietro i vetri, nella sera d’inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote. Io chiederei “Ti ricordi?”, ma tu non ricorderesti.
Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell’anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi, e in date ore vaga la poesia congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola. Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l’anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all’ora giusta l’incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal settentrione. Tu preferisci le luci, la folla, gli uomini che ti guardano, le vie dove dicono si possa incontrar la fortuna. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti di essere stanca; solo questo e nient’altro.
Vorrei anche andare con te d’estate in una valle solitaria, continuamente ridendo per le cose più semplici, ad esplorare i segreti dei boschi, delle strade bianche, di certe case abbandonate. Fermarci sul ponte di legno a guardare l’acqua che passa, ascoltare nei pali del telegrafo quella lunga storia senza fine che viene da un capo del mondo e chissà dove andrà mai. E strappare i fiori dei prati e qui, distesi sull’erba, nel silenzio del sole, contemplare gli abissi del cielo e le bianche nuvolette che passano e le cime delle montagne. Tu diresti “Che bello!”. Niente altro diresti perché noi saremmo felici; avendo il nostro corpo perduto il peso degli anni, le anime divenute fresche, come se fossero nate allora.
Ma tu - ora che ci penso - tu ti guarderesti attorno senza capire, ho paura, e ti fermeresti preoccupata a esaminare una calza, mi chiederesti un’altra sigaretta, impaziente di fare ritorno. E non diresti “Che bello! “, ma altre povere cose che a me non importano. Perché purtroppo sei fatta così. E non saremmo neppure per un istante felici.
Vorrei pure - lasciami dire - vorrei con te sottobraccio attraversare le grandi vie della città in un tramonto di novembre, quando il cielo è di puro cristallo. Quando i fantasmi della vita corrono sopra le cupole e sfiorano la gente nera, in fondo alla fossa delle strade, già colme di inquietudini. Quando memorie di età beate e nuovi presagi passano sopra la terra, lasciando dietro di sé una specie di musica. Con la candida superbia dei bambini guarderemo le facce degli altri, migliaia e migliaia, che a fiumi ci trascorrono accanto. Noi manderemo senza saperlo luce di gioia e tutti saran costretti a guardarci, non per invidia e malanimo; bensì sorridendo un poco, con sentimento di bontà, per via della sera che guarisce le debolezze dell’uomo. Ma tu - lo capisco bene - invece di guardare il cielo di cristallo e gli aerei colonnati battuti dall’estremo sole, vorrai fermarti a guardare le vetrine, gli ori, le ricchezze, le sete, quelle cose meschine. E non ti accorgerai quindi dei fantasmi, né dei presentimenti che passano, né ti sentirai, come me, chiamata a sorte orgogliosa. Né udresti quella specie di musica, né capiresti perché la gente ci guardi con occhi buoni. Tu penseresti al tuo povero domani e inutilmente sopra di te le statue d’oro sulle guglie alzeranno le spade agli ultimi raggi. Ed io sarei solo. È inutile. Forse tutte queste sono sciocchezze, e tu migliore di me, non presumendo tanto dalla vita. Forse hai ragione tu e sarebbe stupido tentare. Ma almeno, questo sì almeno, vorrei rivederti. Sia quel che sia, noi staremo insieme in qualche modo, e troveremo la gioia. Non importa se di giorno o di notte, d’estate o d’autunno, in un paese sconosciuto, in una casa disadorna, in una squallida locanda. Mi basterà averti vicina. Io non starò qui ad ascoltare - ti prometto - gli scricchiolii misteriosi del tetto, né guarderò le nubi, né darò retta alle musiche o al vento. Rinuncerò a queste cose inutili, che pure io amo. Avrò pazienza se non capirai ciò che ti dico, se parlerai di fatti a me strani, se ti lamenterai dei vestiti vecchi e dei soldi. Non ci saranno la cosiddetta poesia, le comuni speranze, le mestizie così amiche all’amore. Ma io ti avrò vicina. E riusciremo, vedrai, a essere abbastanza felici, con molta semplicità, uomo con donna solamente, come suole accadere in ogni parte del mondo.
Ma tu - adesso ci penso - sei troppo lontana, centinaia e centinaia di chilometri difficili a valicare. Tu sei dentro a una vita che ignoro, e gli altri uomini ti sono accanto, a cui probabilmente sorridi, come a me nei tempi passati. Ed è bastato poco tempo perché ti dimenticassi di me. Probabilmente non riesci più a ricordare il mio nome. Io sono ormai uscito da te, confuso fra le innumerevoli ombre. Eppure non so pensare che a te, e mi piace dirti queste cose.
Dino Buzzati

LIBRO





Ogni libro è un furto alla propria vita. Più leggi, meno sai e vuoi vivere tu stesso. E' terribile! I libri sono la rovina. Chi legge molto non può essere felice. Perché la felicità è sempre inconscia, la felicità è solo inconscio.
Leggere è come studiare medicina e conoscere alla perfezione la causa di ogni sospiro, di ogni sorriso e - suona sentimentale - di ogni lacrima (...).
La colpa è dei libri, e ancora della mia profonda sfiducia nella vita vera, reale (...).
Beato chi riesce a dimenticarsi!
Io dimentico me stessa unicamente quando sono da sola, soltanto in un libro, su un libro! (...)
I libri mi hanno dato più delle persone. Il ricordo di un essere umano impallidisce sempre di fronte a quello di un libro - non parlo dei ricordi infantili, no, solo di quelli dell'età adulta! Nel pensiero ho vissuto tutto, ho preso tutto. La mia immaginazione corre sempre in avanti. Apro i fiori non ancora sbocciati, tocco bruscamente il più tenero, e lo faccio senza volerlo, non riesco a non farlo! Significa che non posso essere felice? "Dimenticarmi" artificialmente - non lo voglio. Simili esperimenti mi disgustano. E in modo naturale non ci riesco - a causa del mio sguardo troppo acuto, rivolto in avanti o all'indietro.
Resta la sensazione di una solitudine totale, per cui non esiste cura. Il corpo di un altro essere umano è un muro, non lascia vedere la sua anima.
Oh, come odio quel muro! (...)
Marina Cvetaeva

DITA DI GHIACCIO




Non parla più di lui. Però lo pensa spesso e, anche se con un penoso rancore, ogni giorno ci sono mille occasioni in cui le manca. Le si insinua dentro a tradimento, quel momento di perdita irrevocabile, quel vuoto, una mano crudele che le stritola il cuore con dita di ghiaccio.

Anita Nair

UN SOGNO




Per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
cosi' soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno
Antonio Porta

LACRIMA





Ho lasciato cadere una lacrima nell'oceano, semmai la ritroverò, smetterò di amarti.

Anonimo

IN GRAN SEGRETO



In gran segreto
ho raccolto il bicchiere in cui avevi bevuto
e l'ho portato a casa.
La sera, quando torno da lavoro,
lo metto sotto il rubinetto
e vedo un bacio che galleggia nell'acqua

Jairo Anibal Nino

L'APPUNTAMENTO




Forse è solo un sogno, ma il sogno che esisti è vero, e io ti stringo felice, sussurrandoti: "i sogni sono belli come il tuo sguardo, il tuo volto, la tua anima..il tuo cuore, ed è lì che ti aspetto, vieni, hai un appuntamento con le mie braccia... "

Stefania Pennazza

NUVOLA




La mia vera ricchezza non è nel denaro, nel lavoro, nei progetti, nei sogni.. ma nell'averti vicino, sei la nuvola su cui mi adagio per ricordare il mio splendido paradiso.

Stefania Pennazza

LE RADICI DELL'ANIMA




Sei arrivato di soppiatto.. non ho sentito i tuoi passi,   non avevo considerato quando fossi dipendente dal profumo dei tuoi sogni, mi hai toccato il cuore con una tale delicatezza  da non aver più  potuto fare a meno del tuo respiro, dello sfiorare della tua mano.. e così, ora hai invaso di radici la mia anima.
Stefania Pennazza

mercoledì 15 febbraio 2012

AMICIZIA E ETICITA'




L’amicizia è una forma di amore impregnata, intessuta di eticità.

Francesco Alberoni

LA FAME




A volte ci si sfama anche con gli occhi.

Dacia Maraini

L'AMORE DAL PUNTO DI VISTA DEI BAMBINI




Cos'è per te l'amore?

1. L 'amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l'altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)

2. Quando nonna aveva l'artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l'artrite pure lui. Questo è l'amore. (Rebecca, 8 anni)

3. L 'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

4. L 'amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

5. L 'amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

6. L 'amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

7. L 'amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

8. L 'amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

9. L 'amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l'ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

10. Non bisogna mai dire "Ti amo" se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)

(Fonte non specificata)