mercoledì 31 agosto 2011

IL LEGAME SEGRETO





C'è un legame segreto fra lentezza e memoria, fra velocità e oblio. Prendiamo una situazione delle più banali: un uomo cammina per la strada. A un tratto cerca di ricordare qualcosa, che però gli sfugge. Allora, istintivamente, rallenta il passo. Chi invece vuole dimenticare un evento penoso appena vissuto accelera inconsapevolmente la sua andatura, come per allontanarsi da qualcosa che sente ancora troppo vicino a sé nel tempo.

Nella matematica esistenziale questa esperienza assume la forma di due equazioni elementari: il grado di lentezza è direttamente proporzionale all'intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all'intensità dell'oblio.

Milan Kundera, La Lentezza

MARE DENTRO





Senza peso nel fondo
Dove si avvera il sogno
Due volontà fanno avere un desiderio nell’incontro
Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una saetta
Il mio corpo cambiato non è più il mio corpo
E’ come penetrare al centro dell’universo
L’abbraccio più infantile e il più puro dei baci
Fino a diventare un unico desiderio
Il tuo sguardo e il mio sguardo come un eco che ripete senza parole
Più dentro più dentro
Fino al di là del tutto attraverso il sangue e il midollo
Però sempre mi sveglio e sempre voglio essere morto
Per restare con la mia bocca preso nella rete dei tuoi capelli.

Ramon Sampedro (da Cando eu caia)

NON POSSO RICORDARE





Non posso ricordare. Ma quei momenti
puri dureranno in me come
in fondo a un vaso troppo pieno.
Non penso a te, ma sono per amore tuo
e questo mi dà forza.
Non ti invento nei luoghi
che adesso senza te non hanno senso.
Il tuo non esserci
è già caldo di te, ed è più vero,
più del tuo mancarmi. La nostalgia
spesso non distingue. Perché
cercare allora se il tuo influsso
già sento su di me
lieve come un raggio di luna alla finestra.

Rainer Maria Rilke

UN DOLORE DIVERSO





‎[..] mi diceva sempre che alle persone che avevano sofferto molto, come noi, faceva paura godersi la vita. Ci spaventava essere felici. Diceva anche che esistono molti tipi di sofferenza nel mondo, che nessuno se ne libera mai del tutto e perciò noi non dovevamo sentirci speciali.


C. Sanchez - Il profumo delle foglie di limone.

A VOLTE L'ANIMA MUORE






Da L'anima innamorata - Alda Merini

martedì 30 agosto 2011

SONO SEMPRE INSIEME.





Qualunque sia l’interesse che gli esseri e le cose presentano isolatamente, questi acquistano tutto il loro significato e la loro dimensione soltanto grazie al legame che unisce gli uni agli altri. Questo legame può essere definito simpatia, amicizia, amore… L’amore non è l’incontro di due corpi, ma la fusione di due quintessenze. Può accadere che due esseri non si siano mai sfiorati nemmeno con un dito, eppure possano sentire tra loro un legame potente, indistruttibile; altri, invece, pur dormendo da anni nello stesso letto si sentono soli, estranei l’uno all’altro.
Quando due esseri si amano veramente, niente e nessuno può separarli. Anche se ci fossero migliaia di chilometri tra loro, in realtà essi sono sempre insieme. Nonostante i muri, nonostante le montagne e gli oceani, essi sono insieme, perché ciò che vivono si trova così in alto, da sfuggire alle limitazioni del piano fisico.


Omraam Mikhaël Aïvanhov

LA CAPACITA' DI AMARE





La capacità di essere soli è la capacità di amare. Potrà sembrarti paradossale, ma non lo è. È una verità esistenziale, solo le persone in grado di essere sole sono capaci di amare, di condividere, di immergersi nell’essenza più intima dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendente dall’altro, senza ridurlo a un oggetto, e senza esserne assuefatto. Permettono all’altro una libertà assoluta, perché sanno che, se l’altro se ne va, saranno altrettanto felici, quanto lo sono adesso.
La loro felicità non può essere portata via dall’altro, perché non è stata data da lui. Ma allora perché vogliono stare insieme a qualcuno? Non è più un bisogno, è un lusso: godono nel condividere, hanno così tanta gioia che vogliono riversarla in qualcuno.
Sanno suonare la propria vita come un assolo: un solista di flauto sa come godersi il suo strumento in un assolo, ma se incontra un suonatore solista di tabla, si godranno la possibilità di stare insieme e creare un’armonia tra il flauto e le tabla.

Tratto da: Osho "Il velo impalpabile"

NON SO CA SPINGA DUE PERSONE A LEGARSI





Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime sono destinate a trovarsi, prima o poi.

(Paulo Coelho)

lunedì 29 agosto 2011

L'AMORE E' SEMPRE NUOVO





L'amore è sempre nuovo.
Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita:
ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo.
L'amore può condurci all'inferno o in paradiso,
comunque ci porta sempre in qualche luogo.
E' necessario accettarlo,
perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza.
Se non lo accettiamo,
moriremo di fame
pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti:
non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli.
E' necessario ricercare l'amore là dove si trova,
anche se ciò potrebbe significare ore, giorni,
settimane di delusione e di tristezza.
Perché, nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore,
anche l'amore muove per venirci incontro, e ci salva..

Paulo Coelho

IL DIRITTO AL RISPETTO





Bisogna sempre sapere quando una fase giunge alla fine.
Concludere un ciclo,
chiudere un uscio,
terminare un capitolo:
non importa come lo si definisca,
ciò che conta è lasciare nel passato quei momenti di vita che sono finiti.
Tagliare tutto quello che non c'entra,
che ingombra, che toglie serenità e spesso l'aria dai polmoni,
tagliare l'inutilità, l'ipocrisia forzata dei falsi sorrisi,
della finta comprensione di chi dice di conoscerti,
di capirti ma poi in realtà se ne frega di te,
di quello che pensi, di quello che hai da dire.
Non esiste il diritto all'oblio,
non esiste il diritto di essere dimenticati,
non esiste il diritto di interferire nella vita degli altri,
esiste però il diritto al rispetto,
quello che fa rispondere almeno con un "sì,grazie",
oppure con un "no, non mi interessa" quali che siano le cose che ci vengono dette.

Paulo Coelho

MI FAI SPUNTAR LE LACRIME





Mi fai spuntare le lacrime, fratello,
vedo che la vita non è allegra
Ecco una mela: io ne possiedo tre,
perciò una la regalo a te.
Non ci vedo niente di eccezionale:
e l’uno e l’altro possiamo vivere.
Solo i semi, promettimelo,
avido non inghiottirli,
sputali invece a terra
prima che mi allontani.
E se poi cresce un melo
dentro il mio campicello
vieni a prenderti i frutti:
è il tuo albero quello!

Bertolt Brecht

LE RAGIONI DELLA TRISTEZZA





Quando andavo a fare una passeggiata, tornavo rattristato e ignoravo le cause della mia tristezza; quando guardavo di sera le nuvole dipinte e colorate dei raggi del sole, provavo infelicità; quando sentivo il cinguettio del canarino oppure il gorgoglio di un ruscello, ero malinconico, anche se non comprendevo le ragioni della mia mestizia. Il fanciullo sentimentale che percepisce molto e conosce poco, è la più infelice delle creature perché la sua anima rimane ferma tra due terribili potenze: una nascosta che lo innalza verso le nuvole e gli fa vedere solamente gli aspetti positivi delle creature dietro la nebbia dei sogni, e l’altra che lo lega alla terra e riempie i suoi occhi di polvere per lasciarlo perduto ed impaurito nel buio delle tenebre. La tristezza possiede mani di seta dai nervi forti che catturano i cuori per renderli malinconici e pieni di solitudine. La solitudine è alleata della tristezza: L’anima di un ragazzo dinanzi alle cause della solitudine e alle influenze della tristezza, è simile ad una rosa bianca agitata dal vento che apre il suo cuore per baciare la luce dell’alba e che si addormenta quando arrivano sulle foglie le ombre della sera. Se l’anima non conosce la tristezza e la disperazione e non pone l’amore nella dimora dei sogni, la sua vita rimane come una pagina bianca, vuota nel libro del Creato. L’amore è l’unica libertà in questo mondo perché innalza l’anima verso un luogo sublime, irraggiungibile dalle dottrine degli uomini e dalle loro abitudini, non toccato dalle leggi e dai pregiudizi della natura.

Kahlil Gibran

DEDICA di Gino Strada



Di solito, le dediche stanno all’inizio dei libri.
Le ho trovate talvolta un po’ fastidiose, appiccicaticce, come non c’entrassero poi molto con quello che veniva dedicato: A Maria con affetto,e a seguire un trattato di zootecnia sulla riproduzione artificiale dei bovini.
Senza alcun disprezzo, sia chiaro, ma mi sono sembrate solo un omaggio, un regalo, qualcosa di esterno, se non di estraneo, a chi lo riceve.
Ho voluto metterla alla fine questa dedica, perché tutto quello che precede, esattamente tutto, è stato reso possibile dalla generosità, dall’intelligenza, dalla pazienza e soprattutto dall’amore di Teresa.
Così una dedica si è trasformata nella logica conclusione di questo libro che, anche se poca cosa, è interamente suo.
Lei lo ha “scritto” lasciandomi scorrazzare per il mondo, lasciando che togliessi a lei, e a nostra figlia, tempo, dedizione, sostegno, e purtroppo anche amore. Lei lo ha scritto, sopportando di non sentire mie notizie per mesi, pur sapendomi in zone di guerra, sobbarcandosi da sola l’educazione di una figlia e i cento guai di una famiglia, aspettando i miei ritorni, ascoltando ogni volta le mie preoccupazioni, coccolando i miei sogni e le mie follie. Senza mollarmi mai, anche quando lo avrei capito cento volte…
Non sono mai stato capace di dirgliele di persona fino in fondo queste cose, per lo stupido orgoglio che è sempre lì a proteggere la mia fragilità. Ma vorrei che lei sapesse che in ogni momento di questi lunghi anni, anche quando mi sentivo soddisfatto-indipendente-autonomo-realizzato, anche quando… non ho mi smesso di sentire dentro un po’ di tristezza, tanta nostalgia, un sacco di rimorsi. Spesso mi sono sentito un ladro, un truffatore. Avrei dovuto essere vicino a lei, darle amore e aiuto, partecipare ai suoi problemi, insomma esserci. E invece ero in giro a occuparmi di me e di gente strana, col turbante e con gli occhi a mandorla, di bambini altrui, di sconosciuti che ho curato perché andava fatto, ma forse, innanzitutto, per la mia personale soddisfazione. A qualcuno sarà stato utile.
Che cosa io abbia guadagnato non lo so, so di certo che cosa ho perso. Tornassi indietro, rifarei quasi tutto. Vorrei solo che al mio fianco, in ognuno dei tanti luoghi pieni di sofferenza che ho visto, ci fosse sempre lei. A consigliarmi, a impedirmi di sbagliare, a dividere con me momenti importanti, che solo la sua presenza avrebbe potuto rendere irripetibili.


A Teresa.

Gino Strada





SE TU NON MI VEDI





Se tu non mi vedi non importa
Sarà il tuo profumo misto al mio
Ad avvicinarci senza mai lasciarci

Se tu non mi senti non importa
Sarà la melodia che i nostri cuori intonano
A far sì che le parole non servano

Se tu non mi conosci non importa
Ogni stella, ogni alba, ogni tramonto
Ti parleranno di me come mai
Avevi sentito

Se tu non mi trovi non importa
I nostri sentieri sanno già
In quale strada incrociarsi
Per non perdersi mai più

Prendi le mie parole
Fanne una collana da indossare
Tutti i giorni

Prendi le mie frasi e fanne una cornice,
nei giorni di tristezza e malinconia
Non ti sentirai più sola

Prendi il mio cuore
Rattoppato, ferito troppe volte
Ma vivo e pulsante
E ascolta cosa ti sussurra
Chiudi gli occhi
E fatti accompagnare nel mondo dei sogni
Dove io sarò lì ad aspettarti
Eterna presenza dei giorni tuoi

(di Ishak Alioui)

domenica 28 agosto 2011

L’EVOLUZIONE

  

Spiritualmente parlando, il distinguo che viene fatto tra l’animale e l’uomo è che, il primo è mosso da istinti, bisogni e appetiti, mentre il secondo, seppur inizialmente segue la propria natura “animale” dei bisogni primari, via via crescendo, acquisisce la capacità, in continuo mutamento, di operare scelte consapevoli, di affinare certe qualità con il  tempo e la dedizione, ed avvicinarsi alla conoscenza più profonda del proprio Io, al fine di migliorarsi, fino a raggiungere la giusta comprensione ed evoluzione destinata ad ognuno, nella propria unicità. 
   Questa “crescita” non è tuttavia scontata o perlomeno da considerarsi paritaria in tutti gli individui. Le cause di queste diversità sono molteplici e multiformi, principalmente perché il cambiamento è qualcosa di ignoto che ci spaventa, anche se è una caratteristica tipica del nostro essere. Tutta la nostra vita è un continuo e costante mutamento, spetta solo a noi scegliere se subirlo o esserne protagonisti, è proprio quest’ultima via, la componente dell’evoluzione.
  Troppo spesso le persone preferiscono rifiutare il cambiamento, scegliendo di  vivere in quella che gli anglosassoni definiscono la "zona di comfort", ma se si vuol crescere, imparare, migliorarsi ed evolversi, bisogna necessariamente uscirne, esplorando nuove possibilità, accedendo a nuove informazioni, mettendo in discussione le “verità” che sempre abbiamo considerato uniche e assolute, e sviluppando nuovi schemi di pensiero con la consapevolezza che, anche nel disagio, c'è crescita.
  Dobbiamo dunque imparare a gestire con amore, l'insicurezza che scaturisce dal cambiamento, perché anche grazie ad essa, è possibile diventare delle persone migliori, e scoprire potenzialità che non avremmo mai potuto immaginare di possedere.

©Anna Biason

LA FIDUCIA E LA BUONA FEDE


La fiducia non è un sentimento razionale, ma è qualcosa che si prova al di là del concatenarsi degli eventi ed è il massimo livello che si possa raggiungere in un rapporto poiché ci liberiamo nella capacità di credere alla lealtà dell’altro/a fino all'estremo così che, al cospetto della persona di cui ci fidiamo, sentiamo di rilassarci, di spogliarci della diffidenza, delle barriere che la nostra mente ha elevano negli anni e della fatica nel sintonizzare le ‘antenne intuitive’.
La fiducia, più dell’amore, è un sentimento fortemente legato all’esperienza dell’altro, ai suoi aspetti più reconditi, all’empatia che ci lega a lui e alle sue azioni nei nostri confronti. La perdita, anche solo di una parte di questo sentimento beato, è un’anomalia che può alterare ‘l’equilibrio solido’ e che, spesso, porta ad una rottura o alla ridefinizione, creando un altro genere di equilibrio, più labile rispetto al precedente.
Una persona che si sente tradita e non riesce più a fidarsi dell’altra, spesso trasferisce questa sfiducia anche nei rapporti successivi e impedire che questo avvenga diventa una sfida da affrontare con se stessi.
Il mio pensiero è il seguente: siamo umani e come tali dobbiamo sempre preventivare l’errore tipico in cui può incappare ogni essere vivente ‘pensante’. Buona fede, mala fede... la volontà non è mai dimostrata solamente con i fatti, essa resta internamente al corpo, nel nostro spirito. Nessuno può individuare la volontà di fare qualcosa se non esternamente, ovvero notando ed analizzando i comportamenti. Perciò, nel mio stile di vita, concedo fiducia totale alle persone che amo; se questa viene, è stata o sarà tradita, il problema reale non è il mio ‘perdono’, è ciò che rimane inevitabilmente legato al Suo spirito: la buona fede lo/a poterà a cercare il mio sguardo per rappacificassi, la mala fede sarà la sua personale sconfitta.

©Anna Biason

sabato 27 agosto 2011

LA SPERANZA NEL GIORNO





Ci sono notti insonni, e sogni interrotti dall'alba, ci sono paure che vengono amplificate dal buio, e solitudini che inquietano l'anima, ci sono parole che infieriscono mentre il silenzio del sonno le rende più pesanti e gravi, e altre che ci conducono lungo la strada della nostalgia, ci sono notti dove tutto sembra incompiuto, dove preoccupazioni profonde ed insondabili scardinano le nostre sicurezze, e dove l'alba sembra essere un ricordo della giovinezza .. ma è proprio quando siamo scoraggiati e amari, quando si perde ogni speranza e ci sembra tutto così grigio, quando ci si alza dal letto a fatica e si guarda l'orologio pianificando le abituali azioni della giornata che ha inizio la nostra forza; siamo sempre noi a determinare il buon esito del giorno, lavorando su noi stessi per dare alla luce le nostre qualità migliori e insospettate, ricordando che ogni difficoltà nasconde sempre un'opportunità, e che ogni giorno racchiude la possibilità di renderlo speciale con serena determinazione. Risolvere problemi, superare situazioni difficili, sopravvivere ad un forte dolore, migliora ciò che siamo, e il modo in cui affrontiamo la quotidianità regala sempre soddisfazioni e gratificazioni inimmaginabili, quindi Iniziamo la giornata con un sorriso ed il proposito di affrontare coraggiosamente e vincere le sfide della vita!

Buongiorno miei cari amici! :-)
©Siria Sereni

CI SONO PENSIERI





Ci sono pensieri che non riusciamo a pronunciare, emozioni che rimangono serrate nel nostro cuore; hanno mani, volti, nomi .. , e pulsano sotto la nostra pelle... hanno sguardi che non riusciremo mai a dimenticare, e sospiri trattenuti che avvolgono un'emozione.
Sono i segni del dolore che abbiamo racchiuso nelle nostre anime... 

Ma se aveste la possibilità di parlare ora, alla mamma, al figlio, alla compagna, all'amico, al vicino di banco.. al collega, cosa direste? 
Come abbraccereste l'animo di colui a cui volete ancora tanto bene?



©Siria Sereni

venerdì 26 agosto 2011

AVERE UN BUON CARATTERE





Avere un buon carattere è una qualità più apprezzabile di qualunque talento.
La maggior parte dei talenti è, entro certi limiti, un dono.
Un buon carattere, al contrario, non ci viene donato.
Dobbiamo costruirlo a poco a poco, attraverso i nostri pensieri, le scelte che facciamo, il coraggio e la determinazione.

John Luther

LO SAI ?





Lo sai come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico? 
Credo che sia una cosa che ha a vedere con l'aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama. 

A. Baricco


L'INVERNO








Se l'inverno dicesse: "Ho nel cuore la primavera", chi gli crederebbe?

K. Gibran

IO NO SONO QUELLO CHE VEDI





Io non sono quello che vedi, quello che conosci

non sono solo quello che dovresti imparare.

Devo a qualcuno ogni brandello della mia carne,

se ti tocco con la punta del dito

ti toccano milioni di persone,

se ti parla una mia parola

ti parlano milioni di persone –

riconoscerai gli altri corpi che danno forma al mio?

ritroverai le mie orme tra miriadi di altre impronte?

distinguerai i miei gesti nella marea della folla?

Io sono anche quello che fui e che più non sono –

le mie cellule morte, le mie azioni

morte, i pensieri morti

di notte tornano a dissetarsi nel mio sangue.

Io sono quello che non sono ancora –

dentro di me martella l’impalcatura del futuro.

Sono quello che devo diventare –

Intorno a me gli amici esigono, i nemici vietano.

Non cercarmi altrove

cercami soltanto qui

soltanto in me.



Titos Patrikios

martedì 23 agosto 2011

IL DIRITTO DI CRITICA





Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un’amorevole capacità, una chiara intuizione e un’assoluta tolleranza.



Gandhi

LA MIA NOTTE - Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera



La mia notte mi strema. Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me. Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero. La mia notte non porta consiglio. La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti. La mia notte si intristisce e si perde. La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini. Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori. La mia notte è lunga, lunga, lunga. La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta. La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte. Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno. La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo. Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina-disordine, è proibito. La mia notte si chiede cosa non sia proibito. Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione. Una carne non è fatta per sposare il nulla. La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio. La mia notte si nutre di echi immaginari. Essa, può farlo. Io, fallisco. La mia notte mi osserva. Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa. La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza. La mia notte ti aspetta. Il mio corpo ti attende. La mia notte vorrebbe che tu riposassi nell’incavo della mia spalla e che io riposassi nell’incavo della tua. La mia notte vorrebbe essere spettatrice del mio e del tuo godimento, vederti e vedermi fremere di piacere. La mia notte vorrebbe vedere i nostri sguardi e avere i nostri sguardi pieni di desiderio. La mia notte vorrebbe tenere fra le mani ogni spasmo. La mia notte diventerebbe dolce. La mia notte si lamenta in silenzio della sua solitudine al ricordo di te. La mia notte è lunga, lunga, lunga. Perde la testa ma non può allontanare la tua immagine da me, non può dissipare il mio desiderio. Sta morendo perché non sei qui e mi uccide. La mia notte ti cerca continuamente. Il mio corpo non riesce a concepire che qualche strada o una qualsiasi geografia ci separi. Il mio corpo diventa pazzo di dolore di non poter riconoscere nel cuore della notte la tua figura o la tua ombra. Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno. Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte e in quelle tenebre essere risvegliato al tuo abbraccio. La mia notte urla e si strappa i veli, la mia notte si scontra con il proprio silenzio, ma il tuo corpo resta introvabile. Mi manchi tanto, tanto. Le tue parole. Il tuo colore. Fra poco si leverà il sole.

Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera - Città del Messico 12 settembre 1939. Mai spedita

lunedì 22 agosto 2011

SULLE TRACCE DI PIRANDELLO


Sarebbe più corretto camminare “sulle tracce di Pirandello”, molto semplicemente perché siamo umani, con tutte le debolezze e le virtù, con tutti i punti luce del calore che emettiamo e le immense zone ombra che albergano in ognuno di noi.
Non parlate delle Maschere con disprezzo, la vostra ne risentirebbe e si piegherebbe in una smorfia di tristezza. Cosa c’è di così indegno nell’indossarne una, o più di una? Immaginatevi di essere a Venezia durante il carnevale, i colori sgargianti che vi accompagnano in un tuffo nel passato, mentre il Loro fascino vi assorbe completamente. Un giorno, quel solo giorno in cui tutti possono essere tutti e nessuno, dove il tuo Io può godersi lo spettacolo dietro un meraviglioso abito. Cosa c’è di così indegno?
Non decidiamo forse di indossarla perché essa ci piace e ci identifica?
Non esiste il Bene assoluto e non esiste il Male supremo, esiste solo la singola volontà di neutralizzare e distruggere l’odio prima che si impregni nelle nostre radici, oppure, di far si che esse se ne nutrano fino ad avvelenare tutta la linfa che ci compone.
E se volete proprio che abbasso la mia maschera per esser del tutto sincera, allora vi dico che potendo scegliere, mi fido di più di chi non fa nulla per mascherare le proprie zone ombra rendendole evidenti, piuttosto di chi sceglie la “maschera” della perfezione forzata, almeno posso decidere di amarlo a dispetto dei suoi difetti.

©Anna Biason





TOCCO LA TUA BOCCA





Tocco la tua bocca, con il dito tocco il bordo della tua bocca, la disegno come se uscisse dalla mia mano, come se per la prima volta la tua bocca si aprisse, e mi basta chiudere gli occhi per rifarlo tutto e ricominciare, faccio nascere ogni volta la bocca che desidero, la bocca che la mia mano sceglie e ti disegna sulla faccia, una bocca scelta tra tutte, con sovrana libertá scelta da me per disegnarla con la mia mano sulla tua faccia, e che per un caso che non cerco di comprendere coincide esattamente con la tua bocca che sorride da sotto la mia mano che ti disegna. Mi guardi, da vicino mi guardi, sempre piú da vicino, e allora giochiamo al ciclope, ci guardiamo ogni volta piú da vicino e gli occhi si ingrandiscono, si avvicinano, si sovrappongono, ed i ciclopi si guardano, respirando confusi, le bocche si incontrano e lottano debolmente morderdosi le labbra, appoggiando appena la lingua tra i denti, giocando nei suoi recinti dove un’aria pesante va e viene con un profumo vecchio e un silenzio. Allora le mie mani cercano di fondersi nei tuoi capelli, accarezzare lentamente la profonditá dei tuoi capelli mentre ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori e di pesci, di movimenti vivi, di fragranza oscura. E se ci mordiamo il dolore é dolce, e se ci affoghiamo in un breve e terribile assorbire simultaneo dell’alito, questa istantanea morte é bella. E c’é una sola saliva ed un solo sapore a frutta matura, ed io ti sento tremare contro di me come una luna nell’acqua.


Julio Cortazar



domenica 21 agosto 2011

LO SGUARDO





Gli occhi degli esseri viventi possiedono la più straordinaria delle proprietà: lo sguardo. Nulla è più eccezionale dello sguardo. Quando parliamo delle orecchie delle creature non diciamo che hanno un ‘ascoltardo’, oppure, delle loro narici, che hanno un ’sentardo’ o un ‘annusardo’.
Cos’è lo sguardo? E’ qualcosa di inesprimibile. Nessuna parola esprime, neanche lontanamente, la sua strana essenza. Eppure lo sguardo esiste. Poche sono le realtà che hanno un tale livello di esistenza.
Che differenza c’è fra occhi che possiedono uno sguardo e occhi che ne sono sprovvisti? Questa differenza ha un nome: si chiama vita. La vita inizia laddove inizia lo sguardo.

Amelie Nothomb

DIMMI



Dimmi, se ti prendessi un giorno
e ti baciassi la pianta del piede
non zoppicheresti un poco,
dopo tutto,
per paura di schiacciare
quel bacio?

Nichita Stanescu


MIELE





Miele... cosa sarebbe la vita senza un po' di dolcezza? Basta poco e ben dosato perché, come per tutte le cose, preso in quantità eccessive finisce per nauseare; La vita in fondo, è come sedersi attorno ad una tavola ben imbandita, e un "pasto equilibrato" per essere completo deve farci godere di tutti i sapori... Un antipasto salato, un primo delicato, un leggero sentore di agre, un secondo deciso e nutriente, magari un po' piccante, e la coccola di buon dessert.
Buon appetito!


©Anna Biason