venerdì 19 agosto 2011

GOGNA MEDIATICA? FORSE, MA SALUTARE!



Grazie alla diffusione dei cellulari muniti di telecamera e dei social network non rimangono più impunite  le piccole e grandi storture di ogni giorno
Un cane viene lasciato solo per giorni e notti intere sul balcone di un appartamento a Roma. Senza praticamente cibo e acqua nella calura estiva, in mezzo ai suoi escrementi, a tratti percorre nervosamente i pochi metri di spazio a disposizione mentre in altri momenti rimane sconsolato ed esausto a terra, tanto che sembra morto. Qualcuno riprende queste scene con una telecamera e le carica su YouTube. I filmati cominciano ad essere condivisi su Facebook, vengono visti da sempre più persone suscitando puntualmente commenti di rabbia e indignazione, fin quando non cadono sotto gli occhi dei responsabili di una associazione animalista che decidono di fare qualcosa, informando della situazione le autorità. Viene sporta una denuncia presso i Carabinieri e la Polizia Municipale, ai quali vengono mostrati proprio quei filmati. Nel frattempo che i procedimenti facciano il loro corso qualcuno deve avere messo sull'allerta i proprietari della bestiola, che non viene più lasciata sul balcone.  È una delle caratteristiche più salutari, per così dire, della diffusione che hanno raggiunto i social network e i siti di condivisione di filmati: situazioni e fatti che una volta sarebbero caduti nell'oblio, relegati al più alla chiacchera tra conoscenti, vengono messe in piazza (una piazza mediatica tanto immateriale quanto vasta) raggiungendo un pubblico che ad ogni passaggio si allarga a dismisura come in una catena di Sant'Antonio. È accaduto lo stesso quando alcuni autisti di mezzi pubblici sono stati ripresi mentre guidavano letteralmente con i gomiti, avendo entrambe le mani impegnate da un telefono cellulare. In altri tempi nessuno sarebbe venuto a conoscenza di questo pericoloso (e illecito) malcostume e tutto sarebbe finito lì. Adesso le cose sono cambiate e se comunque c'è chi persevera a comportarsi incivilmente, altri hanno abbandonato certi comportamenti, se non altro per la consapevolezza di poter essere sputtanati praticamente in mondovisione. Qualcuno grida al Grande Fratello di Orwell (anche se ormai viene in mente solo il reality), alla violazione della riservatezza, anzi della privacy (che fa più fino), addirittura alla gogna mediatica, ma se in cambio si ottiene l'abbandono di condotte assai poco virtuose ben venga tutto questo: chi non ha niente da nascondere non deve preoccuparsi.

©Alessandro Pino 

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