domenica 28 agosto 2011

LA FIDUCIA E LA BUONA FEDE


La fiducia non è un sentimento razionale, ma è qualcosa che si prova al di là del concatenarsi degli eventi ed è il massimo livello che si possa raggiungere in un rapporto poiché ci liberiamo nella capacità di credere alla lealtà dell’altro/a fino all'estremo così che, al cospetto della persona di cui ci fidiamo, sentiamo di rilassarci, di spogliarci della diffidenza, delle barriere che la nostra mente ha elevano negli anni e della fatica nel sintonizzare le ‘antenne intuitive’.
La fiducia, più dell’amore, è un sentimento fortemente legato all’esperienza dell’altro, ai suoi aspetti più reconditi, all’empatia che ci lega a lui e alle sue azioni nei nostri confronti. La perdita, anche solo di una parte di questo sentimento beato, è un’anomalia che può alterare ‘l’equilibrio solido’ e che, spesso, porta ad una rottura o alla ridefinizione, creando un altro genere di equilibrio, più labile rispetto al precedente.
Una persona che si sente tradita e non riesce più a fidarsi dell’altra, spesso trasferisce questa sfiducia anche nei rapporti successivi e impedire che questo avvenga diventa una sfida da affrontare con se stessi.
Il mio pensiero è il seguente: siamo umani e come tali dobbiamo sempre preventivare l’errore tipico in cui può incappare ogni essere vivente ‘pensante’. Buona fede, mala fede... la volontà non è mai dimostrata solamente con i fatti, essa resta internamente al corpo, nel nostro spirito. Nessuno può individuare la volontà di fare qualcosa se non esternamente, ovvero notando ed analizzando i comportamenti. Perciò, nel mio stile di vita, concedo fiducia totale alle persone che amo; se questa viene, è stata o sarà tradita, il problema reale non è il mio ‘perdono’, è ciò che rimane inevitabilmente legato al Suo spirito: la buona fede lo/a poterà a cercare il mio sguardo per rappacificassi, la mala fede sarà la sua personale sconfitta.

©Anna Biason

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