venerdì 3 giugno 2011

GIOCHI DI SGUARDI





Vide la porta dell’entrata aperta e capì che non l’avrebbe accolta come le altre volte […] Si spinse oltre l’uscio e salì le scale molto lentamente, il rumore dei tacchi nel marmo si sposava con il sottofondo che usciva dalla chitarra.
Si avvicinava alla porta come in un momento solenne, era tutto diverso, aveva l’inconfondibile sapore d’un addio e fu solo allora che s’accorse d’esser giunta fin li senza essersi preparata un discorso, senza immaginare come sarebbe andato quell’incontro, senza pensare. Scontato sarebbe stato uno scontro furioso ora che del dolce e dell’amaro che li aveva legati in passato era rimasto solo l’amaro. Difficile spiegarsi come da tanto bene possa nascere del dolore.

L’ultimo passo e lo vide, a torso nudo, nel comodo divano marrone, con la chitarra in mano, i suoi occhi, troppo scuri anche per il buio, lasciavano intravedere solo un bagliore che sembrava volerla penetrare nell’animo mentre il resto del corpo divenne immobile come una statua.

Lei, ancora appoggiata allo stipite della porta, non poté far altro che ricambiare in perfetto silenzio, quasi a voler imprimere nella mente il ricordo di quell’uomo a due metri da lei.

I loro sguardi..i loro occhi.. Poi quelli di lui scivolarono sul suo corpo e il suo sguardo anticipò il desiderio che animava nelle intenzioni le sue mani. Poi ancora ai suoi occhi, si soffermarono l'uno ospite nel riflesso degli occhi dell’altra, bagnandosi nella trasparenza con cui naturalmente si mostravano così spontaneamente, senza misure, senza maschere, condizione di cui neanche la nudità a volte può spogliare.

In quel momento lui capì.. Non è il desiderio, il trasporto, la passione. Se diretti nella stessa direzione si è destinati ad incontrarsi. Ma il magnetismo é altro, è qualcosa di più intimo, amalgamato alla stessa natura di un individuo, non attrae solo due corpi ma la totalità che li identificano. Un'energia che si esaurisce solo al più intimo contatto, quando sembrano divenire la stessa cosa.

 Lui si alzò, con lo sguardo di chi sa che cosa vuole, sempre fisso su di lei, mentre s'incamminò nella sua direzione a coprire i pochi passi che li dividevano, prendendola ancor prima di abbracciarla.




© Anna Biason

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