giovedì 9 giugno 2011

UNA FAVOLA




INDIFFERENZA passeggiava per il paese con la testa fra le nuvole,  com’era solita fare, finché ad un certo punto, non avendola vista,  urtò violentemente  la spalla di una passante che stizzita urlò:
“Ma insomma! Che modi sono questi?! Stai più attenta!”.

INDIFFERENZA rimase meravigliata di tale reazione che ritenne decisamente esagerata visto che il tutto si era verificato senza volerlo: - “Suvvia, che sarà mai successo di così grave?!”

A tale affermazione la donna montò su tutte le furie esclamando: 
“Nulla di grave??!! Mi hai sgualcito tutto il vestito! Ma lo sai chi sono io? Io sono SUPERBIA, tutti mi conoscono e la gente mi guarda con ammirazione!” , 
appena finì di pronunciare questa frase, iniziò a guardarsi attorno  cercando una persona che potesse darle man forte confermando il torto che aveva subito, così puntando il dito disse: 
“Tu, chi sei? Come ti chiami?”
“Io? Io mi chiamo VANITA’.” Disse la donna  in questione.
“Allora VANITA’ dimmi, hai visto anche tu quello che è appena successo?”
VANITA’,  spiazzata da questa domanda rispose: 
“Veramente no… stavo ammirando la mia immagine riflessa in questa pozzanghera ed ero così assorta da non aver né visto né sentito nulla..”

MALIGNITA’ sentì tutto e non poté far a meno di pensare che non v’era occasione migliore per lei, così, fregandosi le mani s’avvicinò ad INDIFFERENZA e le disse all’orecchio: 
“Secondo me vogliono coinvolgerti in una cosa che nemmeno ti riguarda, ma tu non devi spiegazioni a nessuno ne tantomeno scuse! Fossi in te continuerei per la mia strada!” .
Con lo stesso fare s’avvicinò a SUPERBIA: 
“Ma io dico, nessuna di queste nullità ha capito chi sei? Come si permettono di schernire la grande Signora SUPERBIA?!”.
Fu poi la volta di VANITA’: 
“Sono indignata! Talmente sciocche sono quelle due da dare importanza ad un fatto così banale, e  nemmeno si sono accorte della tua grazia, della tua bellezza, della tua piacevolezza…”

Non serve dire che l’intervento di malignità servì ad aizzar ancor più gli animi , ma nel bel mentre si disputava quest’accesa discussione su chi avesse oltraggiato l’altro, una donna, in silenzio, cercava di attraversare la strada per raggiungere la parte opposta, ma era continuamente ostacolata dalla concitazione con cui gli interessanti si muovevano, ora di qua ora di la, per dimostrare ognuno la propria ragione. Sicché SAGGEZZA che osservava fin dall’inizio la vicenda, si avvicinò, con molta calma  e pazienza dicendo: 
“Scusate se mi intrometto, mi trovavo  sotto la veranda della mia  abitazione e non ho potuto far a meno di notare quanto appena accaduto, se posso permettermi, senza ferire sensibilità alcuna, vorrei aiutarvi.” 
A quel tono così dolce e calmo fecero tutti silenzio, poi SUPERBIA spazientita disse: 
“Va bene vecchia, allora? Quale sarebbe la tua soluzione?”. S
SAGGEZZA con la sua solita gentilezza rispose: 
“Sarò lieta di discuterne con voi, ma prima, vorrei invitarmi sotto la mia veranda a gustare dell’ottimo the al gelsomino che ho appena preparato”; 
INDIFFERENZA, andando contro la sua indole menefreghista, domandò: 
“Perché vuoi invitarci tutti nella tua casa a bere del the?” e SAGGEZZA rispose: “Perché è inutile star qui, in strada, ad urlare, quando con una tazza di buon the in mano, si può trovare un accordo… poi se liberiamo il passaggio SENSIBILITA’ può raggiungere l’altro ciglio e correre in soccorso di DOLORE che sta piangendo accasciato a terra. Eravate così intenti a litigare che non ve ne siete accorti …”

La vita è ricca di sentimenti, alcuni riescono a rasserenarci  e a farci provare gioia, altri ci fanno vivere con rabbia ed acredine,  se rimaniamo troppo concentrati su quelli negativi, perderemo il vero senso della vita, e la capacità di emozionarci con sensibilità nei confronti di chi ha bisogno..  perdendo la visione positiva di ciò ce ci circonda.



© Anna Biason.



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